La valutazione possibile by Andrea Bonaccorsi

autore:Andrea, Bonaccorsi [Bonaccorsi, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Studi e Ricerche
ISBN: 9788815326379
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00

Il significato del testo perde il ruolo di orientamento che aveva nella tradizione ermeneutica. Esso diviene solo il frutto, ogni volta modificato, della interazione tra testo e lettore. La ricerca di criteri con i quali valutare le soluzioni ermeneutiche è del tutto priva di significato: la critica letteraria è allo stesso tempo, secondo de Man, necessaria e inevitabile, ma anche impossibile. Stanley Fish ha dedicato numerosi saggi a demolire pezzo per pezzo qualunque pretesa di oggettività della interpretazione letteraria e qualunque tentativo di definire in anticipo dei criteri di giudizio per arbitrare tra interpretazioni confliggenti[78].

Come ha reagito la disciplina letteraria alla critica post-moderna e post-strutturalista? Non vi è dubbio che la critica letteraria (inglese e americana) sia l’ambito delle discipline umanistiche e sociali nel quale il post-strutturalismo ha avuto accoglienza più rapida ed entusiastica, e ricadute permanenti[79]. È noto che alcuni autori, come Harold Bloom, di fronte a questo stato di cose, si sono lanciati in veementi accuse, deplorando lo stato di balcanizzazione irreversibile degli studi letterari[80]. Altri offrono un quadro più bilanciato[81]. Al termine di una ricostruzione della sua intera carriera (1930-1995) Abrams ha sostenuto che i contributi più importanti della critica post-moderna sono stati assorbiti dalla critica letteraria e che occorra solo attendere il venir meno dello spirito militante. Gallagher ha osservato che la critica post-moderna ha avuto un impatto solo al livello di ricerca perché non si è tradotta in metodi di insegnamento paragonabili al close reading. L’impatto più duraturo sembra essere la enorme diffusione dei corsi dedicati alle letterature delle minoranze etniche, politiche e di genere, come le letterature afroamericane, asiamericane, native, le letterature femministe e di genere, gli studi post-coloniali. Molti di questi sviluppi sono fuoriusciti dal perimetro della critica letteraria per fondare un nuovo insieme di discipline, sotto la denominazione di cultural studies.

Ma altri autori, alcuni dei quali importanti, hanno invece sostenuto tesi che fanno ritenere la rottura non componibile. Readings, in un testo che abbiamo già incontrato come critica generale al modello burocratico, sostiene che l’università deve essere istituzionalmente luogo di dissenso e Berubé difende la natura contestuale e contingente dei giudizi di valore, respingendo i tentativi di definire criteri[82]. In Francia, Yves Citton, professore di letteratura a Grenoble, radicalizzando Foucault[83] («ciò che caratterizza il conoscere non è né il vedere né il dimostrare, ma l’interpretare») ha sostenuto che la distinzione tra conoscenza e interpretazione va eliminata, che il fatto che una conoscenza sia stata sviluppata nel quadro di una procedura scientifica non dice nulla sulla sua pertinenza sociale e che, poiché tutti sono in un certo senso interpreti, sono anche in un certo senso tutti ricercatori[84].

La sensazione che si ricava è che il consenso non possa essere in alcun modo costruito su aspetti fondazionali. Se la discussione viene portata al livello delle definizioni di obiettività, contestualità, o verità, non mi pare possibile trovare il consenso, nemmeno nella versione debole di un ideale regolativo, come in un certo senso accade nella storiografia.

E tuttavia si trova traccia di un altro possibile percorso, che sposta il terreno sui criteri professionali, ovvero sui criteri di un lavoro critico ben fatto.

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